Se ti sei mai chiesto come funziona un impianto idroelettrico, questo articolo fa al caso tuo. Pira Impianti si occupa proprio della manutenzione, gestione e installazione di impianti idroelettrici e i nostri tecnici, da più di trent’anni, operano con tutte le tipologie di impianti italiani e non.
Come saprai, l’energia idroelettrica rientra tra le energie rinnovabili e rappresenta un’incredibile alternativa ai combustibili fossi. L’acqua infatti si autorigenera continuamente grazie alla pioggia. È all’interno delle centrali idroelettriche che avviene però la magia: l’energia cinetica dell’acqua viene trasformata in energia elettrica che viene poi distribuita. Nel nostro Paese ce ne sono parecchie: in tutto – stando ai dati Terna – sono 4.783, localizzate soprattutto sulle Alpi.
Scopriamo ora come funziona un impianto idroelettrico nel dettaglio!
Il funzionamento di una centrale idroelettrica
Una centrale idroelettrica è un impianto costruito per la produzione di energia elettrica. L’energia idroelettrica si produce sfruttando l’energia legata al movimento di masse d’acqua, presente nei fiumi o laghi, che cadono da una certa altezza. La centrale idroelettrica sfrutta la potenza della caduta dell’acqua per azionare la turbina convertendo l’energia cinetica in energia elettrica.
Come viene trasformata l’energia dell’acqua in elettricità
L’acqua passando all’interno delle turbine ne aziona il movimento. È in questo preciso momento, quando le turbine iniziano a ruotare, che l’energia dell’acqua viene trasformata in energia elettrica grazie all’alternatore collegato meccanicamente alla turbina. Non è finita qui: l’energia poi viene immessa nella rete elettrica e distribuita per le varie utenze.
E l’acqua che fine fa? Possiamo andare a distinguere tre modi diversi di sfruttamento dell’acqua.
Le centrali a bacino, sfruttano salti medio alti e prendono l’acqua raccolta in laghi artificiali, regolamentati da uno sbarramento chiamato diga. Da qui partono delle condotte forzate che portano l’acqua a valle, facendole passare attraverso la turbina prima di essere reimmesse nel fiume.
Le centrali ad acqua fluente invece sfruttano piccoli salti e sono costruite a fianco dei corsi d’acqua. Anche in questo caso l’acqua passa attraverso l’impianto per poi essere lasciata libera di fare il suo corso.
Molto meno note, e soprattutto di maggiore complessità, sono le centrali di pompaggio: in Italia ne troviamo solo 22. In questi impianti l’acqua prelevata da un bacino di monte, passa attraverso la turbina, come per gli impianti classici, per essere raccolta in un bacino di valle. Questi impianti poi, utilizzando le stesse macchine e assorbendo l’energia in surplus presente in rete, pompano l’acqua dal bacino inferiore al bacino superiore. In questo caso le centrali idroelettriche di pompaggio possono essere in grado di immagazzinare enormi quantità di energia (in funzione dell’invaso) che a richiesta poi possono rimettere in rete. Questi impianti vengono utilizzati per stabilizzare la rete elettrica, assorbendo o immettendo energia a bisogno.
Grandezza degli impianti idroelettrici
Esistono impianti idroelettrici di varie dimensioni e l’energia prodotta può essere utilizzata sia direttamente dalle imprese private che dagli enti pubblici. In base alla quantità di energia che possono produrre, gli impianti si suddividono in:
- micro (< 100 kW),
- mini (< 1.000 kW),
- piccoli (< 10.000 kW)
- grandi (> 10.000 kW).
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